Non-auguri a tutti!
Sciopero del Natale
Ah! Sento il cuore più leggero. Vedo i sorrisi della gente, famigliole che escono dai negozi imbottite di regali, e in tutta la città splendono e brillano le allegre decorazioni di luci. E' Natale! Come si può non essere felici e ottimisti nel periodo natalizio? A Natale siamo tutti più buoni. Presto ci ricorderemo che vogliamo un gran bene a tutte le persone intorno a noi, e correremo frettolosamente a comprare regali inutili a persone che vediamo una volta all'anno, ma in compenso farà bene all'economia. Ci riempiamo la bocca di tradizioni quando in realtà copiamo usanze d'oltreoceano per vivere più consumisticamente una festa che ha significati molto più profondi di offerte sconto e pacchetti colorati. Annaspiamo in mezzo alla folla in corsa mentre nelle nostre orecchie risuonano quelle dolci melodie natalizie, “Tu scendi dalle stelle”, “Joy to the world”, “Astro del ciel”... Già, “White Christmas”. Nella nostra Italia sempre più becera e intollerante nascono nuovi modi per festeggiare il Natale: a Coccaglio, un paesino del bresciano, dal 25 ottobre scorso è partita l'iniziativa “White Christmas”, che, in sostanza, si tratta di una serie di controlli a tappeto nelle case di extracomunitari per rilevare più irregolarità possibile e quindi cercare di rispedirne un po' a casa. Già nel nome è contenuto tutto il razzismo e la pochezza di quest'iniziativa nazista, contro la quale si sono schierate immediatamente la Caritas e gli ambienti cattolici locali e nazionali, oltre alla fondazione “Fare futuro” (vicina a Gianfranco Fini) e vari esponenti del Pd e dei sindacati. Se l'idea è triste, le parole del suo ideatore, l'assessore comunale alla sicurezza (il leghista Claudio Abiendi, che dice di essere stato tra gli stessi fondatori del movimento), sono addirittura disarmanti: “per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità!”, il che detto da un appartenente a un partito che rivendica la propria appartenenza al popolo celtico e spesso, tragicomicamente, ne adotta addirittura usi e costumi (come il matrimonio di rito celtico del Ministro Calderoli) è veramente rinfrancante. Ma è questo il Natale che si sta delineando nel nostro paese.
A Natale siamo tutti più buoni. Perciò tra una coda per andare a I Gigli o un'altra per andare al nuovissimo Parco Prato a comprare regalini per figli, fratelli, genitori, suoceri, cognati e amici vari abbiamo sempre tempo per scagliarci contro gli usurpatori della tradizione, stranieri e non: è il caso di un maestro elementare di Cremona che, a causa della larga presenza di extracomunitari nella sua classe, ha deciso di trasformare il Natale nella “Festa delle luci”, ancora una volta festa della bontà e della fratellanza, ma soprattutto della pace, lasciando da parte solo per l'occasione i significati religiosi, in modo da non andare ad urtare la sensibilità dei tanti bambini stranieri. Questa “rivisitazione” della festa è diventata un caso nazionale, tanto da far esprimere polemiche da vari esponenti della maggioranza parlamentare, a cominciare dal Ministro dell'Istruzione Gelmini che ha condannato l'iniziativa in nome della nostra storia e tradizione. Ha detto: “Non si crea integrazione e non la si aiuta eliminando la nostra storia e la nostra identità. In particolare il Natale contiene un messaggio di fratellanza universale. Quindi è un simbolo che non divide ma unisce”. La motivazione è la stessa usata per il crocifisso, e come tale, identicamente rigirabile: se è vero che il Natale non dovrebbe offendere le altre confessioni, perchè una festa inventata per avvicinare i bambini dovrebbe offendere i cristiani?
A Natale siamo tutti più buoni. E con i politici che ci ritroviamo, l'appello alla moderazione dei toni fatto dal Presidente della Repubblica Napolitano dopo l'aggressione ai danni del Presidente del Consiglio (di cui avrete modo di leggere) è servita soltanto a scatenare delle nuove ed infinite battaglie televisive con continui attacchi trasversali stile “Voi avete avvelenato il clima!”-“No, siete stati voi!”.
A Natale siamo tutti più buoni... Mah, se lo dite voi. Io, almeno quest'anno, vedo un Natale molto turbolento. E non posso esprimermi meglio, se non citando la civetta del Vernacoliere di questo mese: “NATALE 'N PERÍOLO! Drammatia emeil der Sarvatore a don Santoro. GESÙ: QUESTA VORTA 'UN NASCO PIÙ! Mi sono rotto i coglioni! Ir Papa è tedesco e 'un lo 'apisco, Berlusconi mi vole levà 'r posto, le galere sono doventate mattatoi E L'ITALIANI SONO UN POPOLO DI STRONZOLI CHE SE LO BUTTANO 'NCULO L'UN COLL'ARTRO”. Se non altro un Natale irriverente.